Esofagogastroduodenoscopia (EGDS) - Maiormed
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Esofagogastroduodenoscopia (EGDS)

L’esofagogastroduodenoscopia o più semplicemente gastroscopia è la procedura endoscopica di scelta per lo studio del tratto digestivo superiore che comprende la bocca, l’esofago, lo stomaco e il duodoeno.

La gastroscopia è un esame insostituibile per l’accertamento di alcune patologie del tratto digestivo superiore come:

  • l’Esofagite
  • la Gastrite
  • la malattia da Reflusso Gastro-Esofageo
  • l’Ernia Jatale
  • l’Ulcera peptica
  • l’Ulcera duodenale
  • le Neoplasie benigne e maligne

La gastroscopia ha un’accuratezza diagnostica per queste patologie pari a circa il 96%. E’ l’unico esame che consente sia di ispezionare approfonditamente le mucose del tratto digestivo superiore che, in caso di necessità, di effettuare interventi diagnostici più approfonditi, come il prelievo bioptico per l’esame istologico, sia interventi terapeutici come nei casi in cui sia necessaria l’emostasi di lesioni sanguinanti, la legature delle varici esofagee, la rimozione di polipi, l’asportazione di corpi estranei e la dilatazione di tratti.

La gastroscopia viene eseguita nelle seguenti fasi:

  • il Paziente, una volta fatto accomodare nella sala endoscopica, si stende sul lettino sul fianco sinistro con le gambe leggermente flesse e la testa piegata leggermente in avanti sul petto
  • Dopo aver posizionato uno specifico boccaglio, si introduce la sonda endoscopica precedentemente lubrificata mediante una sostanza gelatinosa con proprietà anestetiche locali
  • A livello della regione della glottide il Paziente, mettendo in atto un movimento deglutitorio, farà procedere la sonda endoscopica all’interno dell’esofago
  • Una volta nell’esofago il Medico farà procedere dolcemente la sonda prima attraverso lo stomaco e successivamente nel duodeno. Durante la procedura sarà necessario insufflare dell’aria e/o dell’acqua per distendere/detergere il viscere in esame.
  • Quindi si procede delicatamente a rimuovere la sonda endoscopica e alla progressiva aspirazione dell’aria e/o acqua precedentemente insufflata.

Qualora si ritenga necessario, nel corso dell’esame è possibile eseguire, in modo del tutto indolore, dei prelievi bioptici di tessuto per l’esame istologico. Tali frammenti di tessuti, una volta analizzati, serviranno per definire meglio condizioni infiammatorie e/o discernere tra una patologia benigna o maligna delle viscere esaminato. E’ possibile, inoltre, durante l’esecuzione dell’esame endoscopico asportare radicalmente, dove è necessario e possibile, formazioni polipoidi di diverse grandezze, da pochi millimetri a qualche centimetro. Il polipo è una piccola protuberanza che può svilupparsi ed accrescersi sulla parete dell’esofago, dello stomaco o del duodeno.

L’esame dura, in genere pochi minuti e durante l’esame è utile cercare di rilassare il più possibile la muscolatura addominale e concentrarsi sulla respirazione che non deve essere mai interrotta; questo facilita la progressione dello strumento e rende la procedura più breve e il meno fastidiosa possibile. La gastroscopia nella maggior parte dei casi è un esame che, a seguito dell’insufflazione dell’aria, potrebbe risultare leggermente fastidioso. Tale fastidio è di breve durata e facile risoluzione durante la procedura stessa. Solo in alcune condizioni cliniche potrebbe risultare non facilmente sopportabile (senso di soffocamento non controllabile, incapacità ad una respirazione costante durante la procedura, stati ansiosi di grave entità, particolari conformazioni dei visceri); in questo caso il paziente può essere sottoposto a gastroscopia in sedazione profonda.  (a questo punto dobbiamo decidere se mettere la descrizione della sedazione profonda subito sotto; oppure fare un capitoletto a parte e metterci qui e nella descrizione della colonscopia solo il rimando).

La sedazione profonda

La sedazione profonda in respiro spontaneo è una tecnica anestesiologica che prevede l’utilizzo di un farmaco sedativo somministrato esclusivamente per via endovenosa, senza necessità di ulteriori farmaci e/o gas anestetici. Il paziente, pertanto, durante l’esecuzione dell’esame continuerà a respirare in maniera totalmente autonoma senza necessità di utilizzo di specifici presidi medici. Il Paziente, sottoposto a tale tecnica, durante l’esame endoscopico dormirà e non avvertirà alcun tipo di fastidio. Al termine della procedura endoscopica sarà facilmente e rapidamente risvegliabile.  Per l’espletamento di tale tecnica è necessaria la presenza di un Medico Specialista in Anestesia e Rianimazione in grado di gestire in toto tale procedura.

Quest’ultimo tipo di sedazione deve essere esplicitamente richiesta all’atto della prenotazione poiché prevedendo l’assistenza dello specialista in Anestesista e Rianimazione va preventivamente organizzata.

Per coloro che si sottoporranno alla sedazione profonda è sempre consigliabile farsi accompagnare.

Quando fare la Gastroscopia?

Le indicazioni elettive maggiormente rappresentate per l’esecuzione di una Gastroscopia (EGDS) sono:

  • Comparsa di dolore addominale
  • Bruciore retrosternale che risale fino alla gola
  • Iperacidità avvertita maggiormente a livello dei quadranti addominali superiori
  • Comparsa di vomito
  • Dimagramento senza una causa nota
  • Anemia di natura non certa
  • Follow up di patologie note del tratto digestivo superiore
  • Follow up di lesioni potenzialmente cancerogene
  • Monitoraggio dopo asportazione chirurgica o endoscopica di lesioni o parti dello stomaco e dell’esofago
  • Diagnosi istologica di lesioni sospette come ulcere, polipi, esofago di Barrett
  • Tipizzazione istologica delle gastriti
  • Diagnosi di certezza di infezione sostenuta dall’Helicobacter pylori, patogeno molto spesso causa di ulcere e gastriti e della loro recidiva dopo la terapia
  • Diagnosi e monitoraggio della Malattia Celiaca

Esami Precedenti e Quesito Clinico

Al momento dell’esame, il Paziente deve recare in visione gli esami effettuati in precedenza utili per la valutazione del caso anche in termini di evoluzione nel tempo. E’ inoltre fondamentale che sia chiaro il “Quesito Clinico”. Ovvero la diagnosi già accertata o sospettata, oppure il sintomo prevalente per cui si esegue tale accertamento. La conoscenza del Quesito Clinico consente al Medico Specialista di formulare risposte clinicamente precise rispetto al quesito posto.

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